1962: MICHELE VOCINO STRONCA LA GIOVANE DACIA MARAINI

D'ANNUNZIO? AL CONFRONTO E' UNO SCRITTORE PER EDUCANDE! 

           

         Lo scorso 18 novembre, com’è noto, la scrittrice Dacia Maraini ha ottenuto la laurea magistrale honoris causa presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Foggia. La scrittrice toscana, apparsa in televisione accanto alla preside Franca Pinto Minerva e al magnifico rettore Giuliano Volpe, è apparsa sinceramente compiaciuta per l’importante riconoscimento.            

         Quest’evento ci offre l’occasione per parlare di un interessante articolo che vede coinvolti altri personaggi sicuramente rimarchevoli, come Gabriele d’Annunzio e Michele Vocino.

         Vocino, scrittore, politico e giornalista, peschiciano di nascita e romano di residenza, collabora assiduamente al periodico “Il Gargano”, che riunisce alcune autorevoli firme pugliesi dell’epoca, come il sannicandrese Alfredo Petrucci e il carpinese Giuseppe D’Addetta. Questi intellettuali hanno a cuore il futuro della propria terra e non lesinano sforzi per aiutarla.

       Sul numero del 28 giugno 1962, Vocino firma un articolo dal titolo provocatorio, “D’Annunzio scrittore per educande”. L’ex direttore generale del Ministero della Marina parte dall’amore per il Vate di Pescara, per il quale ha avuto una costante venerazione, fino alla fine dei suoi giorni. D’Annunzio rappresentava per lui lo scrittore che ha saputo rendere con irraggiungibile maestria il fascino sensuale del mare, colui che ha reso vivo il sapore e l’odore dell’elemento liquido. Quando lo incontra a Roma, Vocino ne scrive in termini entusiastici e ancor più felice è quando il Vate consulta i suoi lavori, tra cui “La nave nel tempo”, che in prima edizione è del 1927 e che ha avuto anche delle traduzioni all’estero.

         D’Annunzio, però, ai suoi tempi era un autore scandaloso per certe pagine, oltre che per le sue pose esistenziali. E a questo punto entra in scena Dacia Maraini, che nel 1962, con il manoscritto del romanzo "L'età del malessere", vince il premio internazionale “Formentor” per un’opera inedita. Il libro verrà pubblicato l'anno dopo dalla Einaudi.

         La vittoria provocherà non poche polemiche, alle quali fa esplicito riferimento Vocino. La scrittrice, scrive il Nostro, “per quel che si dice e si vede nelle molte sue fotografie pubblicate sui rotocalchi, è una bella ragazza e sembra sia di fare riservato, per quanto nello scrivere non sia molto amica della grammatica e della sintassi e per nulla rispettosa della morale”. Sulla valutazione delle pagine della Maraini, in particolare, Vocino cita un articolo del giornalista e scrittore Piero Buscaroli, che fa riferimento a certe descrizioni a sfondo sessuale alquanto spinte, almeno per il gusto dell’epoca. Insomma, si tratta di una stroncatura in piena regola, che porta Vocino a ripensare al cambiamento di gusto avvenuto nella sua epoca, nella quale vanno per la maggiore personaggi come Moravia e Pasolini. In confronto a quello che si legge, nota polemicamente Vocino, d’Annunzio può ormai “ben essere annoverato tra gli scrittori per educande timorate di Dio”.

         Un finale provocatorio per un articolo che mostra il rifiuto dell’ormai anziano Vocino per   certe tendenze dei tempi nuovi. Per lui, classe 1881, severo funzionario dello Stato e parlamentare democristiano nella prima legislatura repubblicana, quella che va dal 1948 al 1953, c’erano dei limiti insuperabili che certi scrittori avevano ormai ampiamente lasciato alle spalle. La giovanissima Maraini, classe 1936, si stava invece avviando ad una lunga carriera di scrittrice e giornalista, che l’avrebbe portata, 48 anni dopo l’articolo de “Il Gargano”, nell’aula magna dell’Università di Foggia, dove ha tenuto la rituale lectio magistralis sul tema “L’esperienza della scrittura”.

         Il tempo modifica i gusti e lo scontro tra generazioni, si sa, non è mai facile, specie poi se entrano in gioco certi contrasti e certe diffidenze tra uomini e donne. Di li a poco, tra l’altro, inizierà la stagione del Sessantotto, un periodo che Vocino non avrebbe visto, dal momento che si spegne nel 1965. Della polemica resta comunque quest’articolo, che unisce, intorno alla nostra provincia, alcuni personaggi del nostro tempo, diversissimi ma tutti importanti nel proprio campo.

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