INTRODUZIONE

 

     

    

        La poesia è nelle cose, diceva Pascoli, e noi, interpretando con la necessaria libertà, oltre che con il dovuto rispetto, le parole di Zvanì, abbiamo cercato intorno a noi i segni della sua presenza, abbiamo interrogato i luoghi, siamo rimasti in ascolto degli echi di un passato che riesce ancora a giungere fino a noi, con una sua limpida ed inconfondibile voce.

      Abbiamo così iniziato a seguire i molteplici fili di una ricerca letteraria che si è intrecciata con il territorio o, se si vuole, con la geografia, ricollegandoci ad un fertile filone di studi. Un cammino che ci ha affascinato, sostenuto dal nostro amore per l’Italianistica, e che alla fine si è ricomposto nelle linee di questo libro, nel quale abbiamo preso le mosse dal periodo immediatamente post-unitario, nell’Ottocento, per poi spostarci alla prima parte del Novecento, fino ad arrivare, progressivamente, ai nostri giorni.

        Un percorso nel quale il territorio pugliese ha offerto l’occasione, e usando questo termine abbiamo inteso scomodare un altro sommo poeta, per la nascita di pagine di ispirata letteratura, di momenti di particolare rilievo, che non sempre hanno avuto la debita considerazione presso la grande platea dei lettori e quella più ristretta dei critici.

        Di qui, pertanto, la genesi di queste Occasioni letterarie pugliesi, nelle quali abbiamo cercato di mettere a profitto l’esperienza di un nostro precedente lavoro, del 2002, Viaggi letterari nella pianura. Lì personaggi come Francesco De Sanctis e Mario Carli, ad esempio, si ritrovavano accomunati dalla presenza nelle loro pagine, in modo altamente significativo, della seconda pianura italiana, che ha visto scorrere il fiume della vita umana.

        In queste Occasioni il quadro si è decisamente ampliato, coinvolgendo i molteplici aspetti di un più ampio territorio e chiamando in causa pagine dolorose e dall’ardua interpretazione, come quelle della fase del brigantaggio post-unitario.

        Nell’affresco che abbiamo provato a realizzare sono rientrati, alla fine, scrittori di diversa provenienza, come Edmondo De Amicis, Giovanni Pascoli e Riccardo Bacchelli, accanto a personaggi più direttamente pugliesi come Pasquale Soccio e Franco Cassano. Nomi, luoghi e periodi diversi, accomunati da una terra, come la Puglia, da sempre votata all’accoglienza ed all’incontro, benché tradizionalmente ritenuta povera di letteratura. Una visione, questa, che rispecchia solo una parte della realtà e che spesso viene riproposta in modo superficiale e preconcetto, specie da chi ritiene più facile affidarsi al già detto che avviarsi sulle difficili ed ardue strade della ricerca.

        A ben guardare il quadro è, come sempre avviene, molto più mosso ed articolato, e noi abbiamo voluto offrire, almeno nelle intenzioni, un contributo di conoscenza e di verità, mostrando come il territorio abbia favorito la nascita di pagine ispirate, di alto livello e gradevoli, che per parecchi, ne siamo certi, rappresenteranno una piacevole scoperta, come in parte è stato anche per noi.

 

       

        Abbiamo disposto i saggi in ordine cronologico, aprendo con una lettura di Fortezza, una novella ottocentesca di Edmondo De Amicis, edita a pochi anni dagli eventi del brigantaggio. Un’opera di straordinaria efficacia, ricca di colpi di scena e di qualità letterarie, che riesce ad offrire, inoltre, numerosi elementi di riflessione, in quell’incontro finale tra l’eroico carabiniere settentrionale e la contadina meridionale. A corredo della nostra analisi, abbiamo voluto inserire il testo originale, per agevolare il compito del lettore più diligente e curioso.

        Altrettanto ricca di elementi patetici e coinvolgenti ci sembra la storia dei rapporti tra un avvocato pugliese, Giuseppe Leccisotti, prostrato dalla morte, nel giro di pochissimo tempo, del figlio e della moglie, e il poeta di Myricae, che partecipò intensamente al suo dolore, scrivendo per lui un dialoghetto in prosa, praticamente inedito, e due epigrafi per le tombe dei suoi congiunti. Una tragedia che ha lasciato traccia in una lussuosa raccolta funebre, alla quale hanno offerto un contributo i più grandi scrittori dell’epoca, da Capuana a Fogazzaro.

        Il capitolo più ampio è dedicato al Bacchelli garganico, ossia alla lettura critica degli articoli e dei racconti che il grande scrittore di Bologna ha tratto dal suo viaggio sul Gargano, nel 1929. Si tratta di opere oggi quasi del tutto dimenticate, nel quadro di un generale, e profondamente ingiusto, disinteresse verso l’autore de Il mulino del Po, l’autorevole firma che ha dato lustro per decenni ai principali periodici nazionali.

       Oltre a piegarci amorosamente su queste pagine, abbiamo anche riproposto il testo di uno dei racconti disperati, Agnus Dei, che manca dalle librerie da tanti anni.

       Con Pasquale Soccio, invece, ci spostiamo su di un altro versante, con un personaggio pugliese che ha saputo guadagnarsi la stima di autorevoli critici, da Mario Sansone a Francesco Gabrieli, allievo prediletto di Guido De Ruggiero, studioso di Vico e per questo in cordiali rapporti con Croce ed altri benemeriti della cultura italiana del Novecento. Di Soccio, firma della “Nuova Antologia”, ammirevole esempio dell’importanza dei valori umanistici, abbiamo esaminato il suo libro più ispirato, Gargano segreto, e un testo postumo, dedicato proprio ai suoi rapporti con i protagonisti del secolo da poco archiviato, Incontri memorabili.

        L’ultimo nome ci porta per molti aspetti nell’attualità ed è quello di Franco Cassano, maestro del pensiero meridiano, nato nelle Marche ma barese d’adozione.

        La sua presenza può forse creare qualche iniziale sconcerto, ma la sua attenzione agli elementi del territorio, visti in un’ottica amplissima, la sua sensibilità ad una geografia del Meridione così ricca di echi, di significati e di suggestioni, la sua attenzione ad uno scrittore come Leopardi, amato da lui non meno che da noi, il suo humus denso di risonanze di un illustre passato, ci sembrano giustificare di gran lunga la sua presenza, che vuole essere anche un auspicio per il futuro.

        A legare questi saggi, infine, frutto del lavoro di molti mesi ed inediti, c’è, almeno nelle intenzioni, anche un unico metodo di analisi, che parte dall’inquadramento generale e mira a scendere nel concreto del testo, senza dare nulla per scontato e senza aggirare gli ostacoli.

        Giudicheranno i benevoli Lettori se i risultati che ci siamo prefissi sono stati raggiunti.

Torna alla scheda del libro