IN LIBRERIA

IL NOVECENTO ITALIANO VISTO DA LUCIANO NIRO

 

Luciano Niro è ritornato in libreria con la sua ultima fatica, “Novecento italiano” (Firenze Atheneum, pp. 92), che conferma i suoi interessi letterari e filosofici, di cui ha già dato mostra nei precedenti lavori, apparsi sempre presso la stessa casa editrice.

“Novecento italiano” è un’agile ma densa galleria di personaggi che hanno segnato il secolo da poco archiviato, riletti ed inquadrati dall’autore con partecipazione e curiosità.

Il libro, per la precisione, è articolato in cinque capitoli, “Presenze letterarie novecentesche”, “Tra Ermetismo e no”, “Critici e saggisti”, “Tre esistenzialisti italiani”, “Itinerario pugliese”, costruiti con la stessa tecnica dell’affinità tematica e contenutistica. In questo modo, l’opera riesce a spaziare su di una materia amplissima e quanto mai problematica.

Il Novecento, si sa, è un secolo particolarissimo, nel quale sono venuti meno i tradizionali collanti teoretici, artistici ed ideologici. Per lo studio dell’Ottocento, ad esempio, ci si serve di etichette come Romanticismo e Verismo, ci sono alcuni indiscutibili punti di riferimento; ma per il secolo successivo i trait-d’union sono pochi e poco applicabili, il che crea delle difficoltà anche in sede d’insegnamento.

In altri termini, lo studio del Novecento assume l’aspetto di un esame della produzione dei singoli scrittori, con tutto ciò che questo comporta. Se si aggiunge, poi, la tradizionale mancanza di tempo nelle scuole, si comprende che la conoscenza del secolo moderno per eccellenza è spesso carente, fatta di dati superficiali, inesatti o parziali.

In questo contesto, quindi, un’opera come quella di Luciano Niro assume una sua funzione di bussola, di primo inquadramento, racchiudendo una serie di utili ed interessanti informazioni su personaggi di grande rilievo, da Cardarelli ad Alvaro, da Bontempelli a Bacchelli. Di ognuno, l’autore passa in rassegna i principali elemento bio-bibliografici, senza tralasciare, com’è giusto, il suo punto di vista personale. Ai letterati si affiancano anche i critici, da Carlo Bo a Giacinto Spagnoletti, ed i filosofi, con l’obiettivo di rendere il quadro quanto più possibile sfaccettato.

D’altra parte, Niro è ben consapevole della difficoltà dell’impresa, e lo dichiara sin dalla Premessa, con apprezzabile chiarezza (“Ovviamente non si ha l’illusione di aver dato voce a tutti. Si tratta solo di una parziale campionature delle presenze più significative”).

Il capitolo più interessante, dal nostro punto di vista, è l’ultimo, “Itinerario pugliese”, suddiviso in 5 paragrafi, nel quale sono esaminati alcuni dei protagonisti della letteratura della nostra regione, a partire dal garganico Alfredo Petrucci, poliedrico scrittore ed artista, che meriterebbe una maggiore attenzione a tutti i livelli. Seguono, poi, il tranese Nino Palumbo e due concittadini, come Nino Casiglio e Giuseppe Annese, nomi, questi ultimi, che nella nostra città non hanno bisogno di presentazioni. Di Casiglio, tra l’altro, ricorre quest’anno i decimo anniversario della scomparsa, mentre di Annese va ricordata la recente edizione delle sue poesie, “Morire di speranza”, per la collana “Testimonianze” delle Edizioni del Rosone.

In questo modo, il lavoro di Luciano Niro, “Novecento italiano”, ha il merito di aver ricordato che la grande letteratura abita anche dalle nostre parti. E’ bene ribadirlo, a scanso di equivoci.

 

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