FIOR DA FIORE  DAL GARGANO CHE FU NEI TESTI DI VIAGGIATORI  E SCRITTORI

         Gargano, garganici, scrittori del Tavoliere e della Capitanata di ieri e di oggi, venuti da lontano o andati via da queste contrade, affollano l’ultima avventurosa indagine letteraria di Francesco Giuliani, critico e saggista di San Severo. Anche il suo Nel Nord della Puglia è uscito nella collana «Testimonianze» voluta da Benito Mundi, venuto da poco a mancare, presso l’editore Il Rosone di Foggia. È un libro denso e pieno di notizie, mirato soprattutto a far conoscere un angolo ancora appartato della regione e solo da qualche anno conquistato ad un più netto sviluppo, grazie al turismo estivo e religioso.

         Giuliani è un cercatore di pepite e uno scopritore di antichi gioielli dimenticati. Scova autori praticamente sconosciuti, porta alla luce articoli e racconti riemersi dall’oblio e seppelliti in vecchie biblioteche.

        Stavolta, tra gli incontri più interessanti, c’è la conferenza, Lo Sperone d’Italia, del giornalista viestano, naturalizzato napoletano, Francesco Dell’Erba, conferenza che egli tenne al Circolo Pugliese di Napoli nel marzo 1906. Il piglio più veloce del giornalista si coniuga ad una svelta ma attenta analisi delle condizioni fisiche e sociali del Promontorio. In questo è aiutato dalle fonti storiche che utilizza, dalla Fisica Appula di Michelangelo Manicone alla Monografìa generale del Promontorio Gargano di Giuseppe De Leonardis, alle Memorie storiche, politiche, ecclesiastiche della città di Vieste del suo compaesano settecentesco Vincenzo Giuliani.

           È un viaggio, quello compiuto da Dell’Erba, che apre, proprio all’inizio del Novecento, una serie di racconti odeporici di firme più illustri: da Antonio Beltramelli ad Antonio Baldini, da Giulio Ferrari a Riccardo Bacchelli, che si fermò sul Gargano per qualche tempo, vivamente impressionato dalla mole straordinaria di ex voto e dalle leggende brigantesche di cui testimoniò in Il brigante di Tacca del Lupo. A Roma operarono successivamente due illustri figli del Gargano, Michele Vocino di Peschici e Alfredo Petrucci di San Nicandro. Giuliani ne recupera sparsi cammei dedicati alla loro terra, mettendone in risalto il ricco sentimento di pietas e una fedele memoria.

           La terza parte del libro investiga su tempi più recenti, senza dimenticare però di riservarci subito una sorpresa. Si tratta dell'opera di un prolifico poligrafo campano, Bonaventura Gargiulo, che, divenuto vescovo di San Severo agli inizi del ‘900, ci consegna il resoconto di un suo viaggio Da Sansevero a Roma e viceversa, pubblicato a Napoli nel 1899 e offerto a puntate in anteprima su un giornale da lui diretto, «L’Ape Cattolica». Il viaggio, compiuto due anni prima, fu occasionato da un invito fatto a mons. Gargiulo dal papa Leone XIII per assistere alla canonizzazione dei santi Antonio Zaccaria, fondatore dei Barnabiti, e Pietro Fourier, fondatore degli Agostiniani del Salvatore.

         Gargiulo ha la penna facile e non sa nascondersi punte graffianti quando annota la condotta dei suoi compagni di treno: «Ecco che un guardatreno si affaccia, osserva, indi grida: Signori, qui, qui, c’è posto; e fa salire una coppia lombarda con una servetta, due cagnolini di Bordeaux, una gabbia con uccelli, e una mucchia di valigie, borse, barattoli con altri oggetti di viaggio. Che tipi! Il quarto viaggiatore era un automa: entrò muto, viaggiò muto, discese muto a Cassino».

           Su altri scaffali troviamo altre epoche: come quella di un Pasquale Soccio a contatto con i paesi del Subappennino, o come quella molto più vicina dei giovani Mariateresa Di Lascia ed Enrico Fraccacreta. Si tratta di una Capitanata molto cambiata, abituata ormai ad altre atmosfere e agli orizzonti di un’età più complessa.

          SERGIO D’AMARO

           «Nel Nord della Puglia. Studi, documenti e impressioni di viaggio» di Francesco Giuliani (Edizioni del Rosone, pp. 321, euro 20).

              Pubblicato su “La Gazzetta del Mezzogiorno”, Bari, 23 gennaio 2012, pp. 16-17

 

  

          

Con il titolo "Dal Nord della Puglia scaffali pieni di libri" l'articolo si legge anche in "Le reti di Dedalus", rivista online del Sindacato Nazionale Scrittori, anno VII, maggio 2012

http://www.retididedalus.it/Archivi/2012/maggio/LETTURE/1_giuliani.htm

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NEL NORD DELLA PUGLIA

 

        Il quattordicesimo volume della collana “Testimonianze”, delle Edizioni del Rosone, è quello del ricordo per Benito Mundi, che la fondò e diresse per molti anni. In questa collana, hanno visto la luce diversi volumi di uno degli studiosi più attenti e sensibili del panorama letterario contemporaneo pugliese, Francesco Giuliani, che da alcuni anni lavora a una rassegna sistematica del ricco, ma non sempre noto, tesoro di testi e di voci che hanno avuto un rapporto diretto con la Puglia e, in particolare, con la Daunia e il Gargano. Dall’antologia Viaggi novecenteschi in terra di Puglia, all’edizione di Nostalgie di mari lontani di Michele Vocino alle memorie – se non vogliamo citare solo gli ultimi – di Antonio Beltramelli e di Alfredo Petrucci, Giuliani ci sta restituendo, in un quadro di straordinaria complessità, la sfaccettata narrazione di un luogo forse marginale nella geografia letteraria italiana, ma non privo di sorprendenti e originali bellezze. Il nuovo volume, Nel Nord della Puglia. Studi, documenti e impressioni di viaggio, suddiviso in tre parti, offre un nuovo percorso attraverso il Novecento: nella prima parte, l’autore presenta e ripubblica l’opera del giornalista di origini viestane, vissuto a lungo a Napoli, Francesco Dell’Erba, Lo Sperone d’Italia (1906), cui segue un breve scritto omonimo di Michele Vocino, che sembra suggellare alcune considerazioni problematiche (le vie di comunicazione, il sistema sanitario, il dissodamento dei terreni, la crisi agrumaria, l’emigrazione verso la «libera America»…) del bell’omaggio al Gargano di Dell’Erba. È un esempio degno di nota di come occorre guardare oltre il paesaggio del Gargano, fra marine, aranceti, boschi, senza dimenticare il fascino della sua morfologia carsica, e interrogarsi su questo lembo di terra, battezzato “sperone d’Italia”. Oltre il paesaggio, sottolineo: nelle questioni insolute (e già poste un secolo prima da p. Michelangelo Manicone) della sua cultura materiale, e quindi della sua struttura economico-sociale. Tale scenario cambierà, com’è noto, ma lentamente. Solo dopo la seconda guerra mondiale, si può dire che il Gargano abbia raggiunto il resto della penisola, sia per l’investimento decisivo dei politici sulle infrastrutture, sia per l’operosa consapevolezza dei suoi abitanti, compiendo il salto (a lungo auspicato) nella “civiltà”. Non che per secoli sia stato un luogo fuori dalla civiltà, il Gargano, «in prigionia di solitudine» (come ebbe a definirlo, sempre agli inizi del Novecento, un altro giornalista, Carlo Villani), sembrava viaggiare da secoli lontano dal binario principale della storia occidentale, su un sentiero tutto suo (tale che da M. S. Angelo a Vieste poteva accadere di impiegare ben 9 ore di viaggio!). Un sentiero di cui si perdono progressivamente le tracce nella seconda metà del Novecento, ma di cui resterà comunque, nelle mappe, una sorta di sinopia, un fantasma della memoria, che alcuni scrittori non trascureranno di apprezzare. E lo faranno, in particolare, nel riconoscimento dell’importanza – nella crescita sociale e culturale del Gargano – che ebbe la via dei pellegrini al culto di S. Michele; una via consolidata, nel corso del secolo, dal nuovo afflusso di pellegrini verso il convento francescano in cui operava Padre Pio, a S. Giovanni Rotondo, e ora impropriamente denominata Via Sacra Langobardorum.

       La seconda parte del volume di Giuliani è dedicata a questo aspetto: da Antonio Baldini a Riccardo Bacchelli (autore, fra l’altro, del romanzo Il brigante di Tacca del Lupo, ambientato nei boschi garganici), da Umberto Fraccacreta a Kazimiera Alberti, a Tommaso Fiore, a Guido Piovene (che lascerà un ritratto mirabile del fascino popolare di Padre Pio), da Cesare Brandi (il cui Pellegrino di Puglia è stato appena riedito) a Pasquale Soccio, che celebrò in toni epico-lirici il promontorio in Gargano segreto (1965), per tornare a Michele Vocino, la cui opera, per tutta la prima metà del Novecento, ha attraversato diversi temi del Gargano, e sembra oggi ispirare una nuova riflessione sul tema del ‘luogo’ (si pensi a Nei paesi dell'Arcangelo, del 1913), fino ad Alfredo Petrucci, saggista e raffinato scrittore di racconti e prose (di cui Giuliani presente tre scritti “extravaganti”: Dove finisce il mare, Dono nella notte e Una medaglia al valore, scritti fra il 1945 e il 1964).        

      Nella terza e ultima parte del volume, trovano spazio alcuni saggi sparsi su riviste e quotidiani, e ricuciti intorno a temi ed autori, nell’intento di offrire al lettore nuovi possibili scorci dell’ultima parte del secolo scorso, e nuove vedute. A due interventi sull’opera di mons. Bonaventura Gargiulo e di Pasquale Soccio, seguono infatti dei capitoli dedicati alla figura di Michele Coco, poeta e traduttore (soprattutto dei classici greci, latini e bizantini) appena scomparso; quindi a Sergio D’Amaro (n. 1951), giornalista, studioso di Carlo Levi, ma soprattutto poeta, autore di diversi volumi, compreso un interessante Romanzo meridionale (2009); a Maria Teresa di Lascia (1954-1994), che ha lasciato, oltre al celebre Passaggio in ombra (1994), diversi interessanti racconti, anche inediti, sui quali Giuliani si sofferma partitamene; e a Enrico Fraccacreta (n. 1955), poeta schivo e appartato, fraterno sodale del grande Andrea Pazienza, per il quale scrive una biografia relativa agli anni della giovinezza (Il giovane Pazienza, 2000) e dedica alcune delle sue poesie più belle, in una vena di commossa e insieme composta elegia che sembra spezzare ogni catena del tempo, ogni silenzio, dalla tragica scomparsa dell’amico.

       SALVATORE RITROVATO

        Pubblicato sulla rivista "Incroci", Bari, gen.-giu. 2012, pp. 130-132.

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UN NUOVO LAVORO DI FRANCESCO GIULIANI

        

         E’ venuta alla luce recentemente un’opera molto originale del prof. Giuliani che attraverso un percorso virtuale ha creato un connubio tra  territorio e scrittori che hanno fatto la storia del Nord della Puglia.

         Si tratta di un lavoro suddiviso in tre parti, come ci indica lo stesso autore, che comprende studi, documenti e impressioni di viaggio di uomini illustri della Capitanata.

         Nella prima parte è contemplata la figura di Francesco Dell’Erba, viestano di nascita e napoletano di adozione che nella sua pubblicazione del 1906 “Lo sperone d’Italia” mette in risalto le bellezze naturali ed artistiche del Promontorio, emulando l’omonima opera di Michele Vocino, anch’egli garganico; in questa sezione vengono citati anche il foggiano Carlo Villani con la sua “Capitanata” densa di particolari.

         Dell’Erba nelle sue descrizioni,  partendo da Manfredonia attraversa tutte le località garganiche fino a Vieste e Peschici, non trascurando Isole Tremiti, San Giovanni Rotondo e Monte Sant’Angelo con il suo suggestivo Santuario dell’Arcangelo Michele.

         L’autore attraverso Francesco Dell’Erba ed anche la “Via sacra Langobardorum” ci fa rivivere gli odori e i sapori della Montagna sacra con il suo suggestivo paesaggio, i suoi boschi, la sua vegetazione, il suo meraviglioso mare.

         Da Napoli a Roma il passo è breve ed eccoci nella seconda sezione con le meravigliose opere di due grandi figli della Daunia, Michele Vocino, parlamentare e direttore generale della Marina Mercantile, ed Alfredo Petrucci, incisore, acquafortista e storico dell’Arte con le sue pregevoli e ricercate opere.

         La terza parte, intitolata “Scaffale pugliese”, è costituita da sei saggi di autori che hanno lasciato una traccia indelebile nella storia del Mezzogiorno, quali il campano Bonaventura Gargiulo, brillante scrittore e vescovo di San Severo fra fine Ottocento e primi Novecento, per continuare con gli impareggiabili autori garganici Pasquale Soccio, Michele Coco e Sergio D’Amaro.

        Il viaggio letterario termina con Maria Teresa Di Lascia, parlamentare radicale e grande scrittrice conterranea - vinse il premio “Strega 1995” con il suo “Passaggio in ombra” – ed  Enrico Fraccacreta che con le sue poesie ricorda un altro “grande” prematuramente scomparso unitamente alla Di Lascia, il celebre fumettista Andrea Pazienza, sanseverese.

         Molto apprezzato, quindi, il lavoro del prof. Giuliani che ha messo in luce, come sostiene nella sua introduzione, “un quadro di un’operosità troppo spesso trascurata o sottovalutata che attraversa l’intero Novecento, fino ai nostri giorni, una rete che dal Nord della Puglia si estende a dismisura senza soluzione di continuità”.

            L’autore 
         Francesco Giuliani, giornalista e scrittore, è docente di Italiano e Storia nei Licei, nonché ricercatore presso l'Università di Foggia; è autore di numerose pubblicazioni a carattere storico-umanistico, di narrativa e poesia.
           MASSIMO MAZZA 

   apparso sul sito http://www.bibliotecaprovinciale.foggia.it/

 

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    Edizioni del Rosone, nuovo lavoro di Francesco Giuliani

NEL NORD DELLA PUGLIA STUDI, DOCUMENTI E IMPRESSIONI DI VIAGGIO

 

         Questo «Nel nord della Puglia - studi, documenti e impressioni di viaggio», è il quattordicesimo volume della collana «Testimonianze», ed è anche il primo senza Benito Mundi. Ce lo ricorda Francesco Giuliani nella sua introduzione, ce lo ricorda con la dedica sospesa nel poetico rimpianto: «Non era tredici il numero della fortuna; quattordici è quello del ricordo». Benito ha lasciato le contrade terrestri lo scorso aprile, ma ha lasciato anche un suggello importante: la prestigiosa collana Testimonianze da lui fondata e diretta. Un pezzo da novanta per le Edizioni del Rosone, un altro anello notevole della catena saggistico-narrativa di Francesco Giuliani, giunto così, in questa collana, a quota quattordici volumi che nelle loro centinaia di pagine incalzano le ombre dei più remoti angoli, negli spazi ancora indefiniti della letteratura meridionale. Ed è questo, forse, il merito maggiore di Giuliani, la sua paziente e suggestiva tessitura di un ordito lasciato con il filo appeso dai più «vecchi» letterati, le testimonianze di grandi scrittori transitati nelle nostre zone e una possibile linea di continuità con i più giovani, quelli ancora presenti.

         Nelle sue analisi articolate, nella sempre nitida ricerca, Francesco Giuliani sa intravedere la trama letteraria svolgendo tutti i fili necessari a costituire le premesse, le linee essenziali di un lavoro intellettuale, la sua realizzazione. La ricerca, in questa collana, si dispiega soprattutto nella produzione letteraria di autori della Puglia settentrionale: Gargano, Tavoliere, Subappennino Dauno; nonché di autori non autoctoni, però, come detto, transitati nei nostri luoghi. Leggendo le analisi di Giuliani si riscoprono scrittori sepolti nell’oblio, sensazioni diverse suscitate dai racconti di questi dauni nelle suggestioni dei viaggi intrapresi (Vocino-Petrucci-Marchese). E capovolgendo la geografia letteraria, le inedite impressioni di autori diversi e importanti al cospetto della nostra terra (Beltramelli, Brandi, De Sanctis, Gabrieli); la riscoperta, nel lungo studio critico, di personaggi poliedrici della nostra provincia (Soccio, Cassieri, Italia, U. Fraccacreta, Casiglio, Carli). Sino alle cronache di viaggio di Baldini, Alvaro, Piovene, e all’arguzia del saggista critico militante, nel cercare e ritrovare punti di congiunzione per la nostra storia letteraria con De Amicis, Pascoli, Bacchelli, Carducci.

         Così «Nel nord della Puglia», e nelle sue trecento e più pagine, Giuliani, con il suo ormai inconfondibile stile riattraversa un percorso a volte nuovo da oriente ad occidente, il raggio lungo della nostra regione, iniziando con un’altra riscoperta: il giornalista di Vieste Francesco Dell’Erba. L’interesse è notevole, tramite la voce di Dell’Erba o di Del Viscio oppure di Villani, come fu per Beltramelli e Vocino, Giuliani ci fa letteralmente  vedere il Gargano com’era agli inizi del secolo scorso oprima ancora. Si procede con opere di altri garganici esportati, per meriti, i già citati Petrucci e Vocino. Ma veramente la navigazione di Giuliani, attraverso fatti letterari, nella continuità geografica del discorso, approda a pagine di rara intuizione saggistica; il riferimento è al primo capitolo della parte seconda: «Scrittori del Novecento sulla Via Sacra Langobardorum». Qui la trama s’infittisce, è incredibile la conoscenza dell’autore su fatti e testimonianze, fedelmente riportati, riguardanti l’oggetto di studio: «L’alba del Novecento» in una «Costante del sacro», sino agli anni Cinquanta e Sessanta con altre importanti figure intellettuali.

         Nella terza parte del volume ci spostiamo ad ovest: «Da San Severo a Roma con mons. Gargiulo», ma soprattutto «il Subappennino Dauno di Pasquale Soccio» e il ricordo di una grandissima narratrice: «Tre racconti (e un frammento)» di Mariateresa Di Lascia. Autrice di cui Giuliani si è già occupato nel volume quinto della collana: «Saggi, scrittori e paesaggi – nuove occasioni letterarie pugliesi». Stesso discorso per il grande disegnatore Andrea Pazienza; in questo quattordicesimo volume ripreso nell’analisi di poesie dedicate a lui ed alla figura paterna, il pittore sanseverese Enrico Pazienza. Ma, sempre nell’ultima sezione del volume, c’è un ritorno ad est con l’accorato ricordo di Michele Coco, grande latinista e grecista di San Marco in Lamis, da pochi anni scomparso; la solidarietà poetica, e non solo, con il fratello famoso: l’ispanista Emilio Coco. Nonché il tributo ad un altro grosso punto di riferimento per la circolazione letteraria pugliese: il garganico Sergio D’Amaro, ancora sul nostro confine nel suo appassionato lavoro.

         Lavori appassionati, per fortuna c’è ancora qualcuno che ci crede, e che ci sa fare. Come Giuliani, come quelli del Rosone.

         ENRICO FRACCACRETA 

         Apparso su “Il Rosone”, Foggia, luglio-dicembre 2011, p. 9  

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Sull'autorevole sito del CISVA, Centro Interuniversitario Internazionale di Studi sul Viaggio Adriatico, con data 31 ottobre 2012, a firma di Valentina D'Alba, è apparsa una dettagliata recensione di Nel Nord della Puglia, che riportiamo integralmente di seguito.

 

NEL NORD DELLA PUGLIA

 

     Con il volume Nel Nord della Puglia Francesco Giuliani si dedica ad un considerevole studio di opere sulle terre meridionali e ad una continua scoperta dei luoghi più reconditi. Un viaggio letterario, dunque, alquanto suggestivo che si articola in tre parti.     

         Prima di analizzare l’intera opera, si ritiene opportuno riportare una spiegazione dell’autore in merito al titolo, data affinché il riferimento ad un punto cardinale non suscitasse qualche equivoco: «È solo una semplice e neutra designazione geografica» egli dice, ma si deduce poi, immergendosi nella lettura, che essa individua, rispetto alla vasta regione, l’area privilegiata dall’autore; una terra che ha dato i natali a molti intellettuali che, pur lavorando altrove, non hanno poi mai dimenticato le proprie radici.

     Nella prima parte, “Da Napoli al Gargano”, Giuliani si sofferma principalmente sul testo Lo sperone d’Italia di Francesco Dell’Erba, giornalista e scrittore di origini viestane, che ha vissuto per molti anni a Napoli. Egli, osservando la zona del Gargano, non solo contempla le bellezze naturali ed artistiche del Promontorio, ma si concentra anche sulle difficoltà di spostamento che avvengono lungo la via provinciale che collega Apricena a Vieste. Il viaggio di Dell’Erba, che comincia da Manfredonia, si dipana verso molte località garganiche tra cui, per citarne solo alcune, Monte Sant’Angelo, San Giovanni Rotondo, Vieste e Peschici. Al testo di Dell’Erba si affianca quello di Michele Vocino, avente un analogo titolo. Vocino è originario di Peschici ma romano di adozione. L’autore, prendendo in esame il Gargano, riflette sull’isolamento di questo territorio, considerandolo «un malato che ha bisogno di urgenti cure», senza però far dimenticare al lettore le bellezze naturali che questa terra possiede.

      Lo studio di Giuliani risulta dettagliato in quanto, oltre alle opere che mette in rilievo all’interno di ogni capitolo, ne introduce altre particolarmente interessanti che descrivono i territori meridionali (Visioni italiche di G. Ferrari, 1904; Terre sperdute di A. Beltramelli, 2006; Capitanata di C. Villani, 1906).

    Il titolo della seconda parte, “Testimoni e protagonisti”, chiarisce la volontà dell’autore di presentarci coloro che hanno ripercorso gli stessi itinerari dei pellegrini, in particolare lungo la Via Sacra Langobardorum, dal Santuario di Santa Maria di Stignano a quello di San Matteo, tratto che, infine, giunge alla grotta dell’Arcangelo.

     Un contributo importante è dato dall’opera Nei paesi dell’Arcangelo di Michele Vocino, nella quale lo studioso si sofferma sui monumenti del Gargano (la badia di Tremiti; Sannicandro; Marine diomedee), sulla storia dei luoghi, sulle sue tradizioni religiose, con l’intento di far conoscere a tutti una terra ancora troppo poco esplorata.

     Giuliani presenta, sempre nella seconda sezione, tre racconti di Alfredo Petrucci con lo scopo di porre fine al loro essere “estravaganti”, qui da intendere “mai raccolti in un volume”. In questo capitolo, Giuliani ricorda, in maniera dettagliata, la ricca bibliografia che conserviamo di Petrucci. Il primo racconto, intitolato Dove finisce il mare, è ambientato in un paese costiero del Gargano ed è caratterizzato da un abile intreccio narrativo di fantasia e realtà. Segue Il dono della madre in cui domina, appunto, la figura materna scomparsa prematuramente. Il terzo brano, Una medaglia al valore, propone le riflessioni dell’autore sul tempo trascorso.

    Nell’ultima parte, intitolata “Scaffale Pugliese”, Giuliani ci offre sei interessanti saggi: il primo è quello sull’opera di Mons. Gargiulo: Da Sansevero a Roma e viceversa, in cui egli racconta il viaggio compiuto a Roma nel 1897, dopo essere stato invitato da Papa Leone XIII, in occasione della canonizzazione dei Santi Antonio M. Zaccaria e Pietro Fourier; il secondo è il saggio su Il subappennino dauno di Pasquale Soccio, nel quale viene ritratta una terra svantaggiata per la sua posizione ma non per questo scevra di fascino e di meraviglie; il terzo saggio è dedicato a Michele Coco, appassionato di traduzione e di poesia.

    Proseguendo, Giuliani ricorda anche Sergio D’Amaro, autore di una trilogia della memoria, Beatles, Fotografie e altre istantanee, 20th Century Vox, dove ai ricordi personali aggiunge quelli sulla storia della sua generazione.

Giuliani segnala anche i quattro racconti di Mariateresa Di Lascia: due editi, Compleanno e Veglia, e due inediti, La casa nuova ed Emilio (Un amore divino).

     Il volume si conclude con il saggio su Enrico Fraccacreta il quale aveva dedicato cinque liriche (Addizioni, Moltiplicazioni, Divisioni, Sottrazioni e Proporzioni) ad Andrea ed Enrico Pazienza: un figlio ed un padre appassionati di arte. Fraccacreta riflette sulla vita e sull’arte dei Pazienza ricordando i momenti vissuti insieme. Andrea sotto la guida del padre, insegnante di educazione artistica, inizia sin da giovanissimo la sua carriera di disegnatore, firmando anche manifesti cinematografici, copertine di dischi, scenografie per il teatro. Questo brillante successo si interrompe, però, nel 1988, quando Andrea, tossicodipendente, muore a 32 anni. La sua fama ha continuato, comunque, a diffondersi anche all’estero. Il padre Enrico, sanseverese, oltre ad essere un insegnante di scuole medie, era anche un abile acquerellista e Fraccacreta insiste sull’importanza del ruolo di Enrico nella formazione e nell’inclinazione artistica del figlio Andrea.

     Le descrizioni dettagliate che ci presenta Giuliani dimostrano la sua accurata e curiosa lettura delle opere di scrittori che hanno contribuito a mantenere in vita le meraviglie del Mezzogiorno, oltre che il suo amore per le bellezze e la storia del Gargano.  Da un tale studio, misto alla passione per il luogo, scaturiscono descrizioni suggestive sui paesaggi boschivi, marini e sulle tradizioni meridionali. Attraverso il richiamo di opere del 900 relative al Nord della Puglia, l’autore permette al lettore di addentrarsi nei meandri più nascosti di territori affascinanti e, talvolta, sconosciuti. 

     VALENTINA D'ALBA

 

http://www.viaggioadriatico.it/ViaggiADR/biblioteca_digitale/titoli/scheda_bibliografica.2012-11-13.6562176785

 


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