E’ SCOMPARSO MATTEO GERMANO

UN ADDIO ALLO SCULTORE GALANTUOMO

 

 LA FEDELTA' ALLA SCULTURA

 Ci sono delle persone che si identificano con la loro professione, con la loro arte, con i loro hobby. Matteo Germano, per noi, era da sempre tutt’uno con la scultura. Era lo scultore per eccellenza, e non c’era bisogno di aggiungere altre parole.

Una fiducia, la nostra, rafforzata da una lunga frequentazione, che negli ultimi anni era diventata intensa. Spesso ci invitava nel suo garage-bottega, nel suo spazio creativo, riempito da statue e progetti, dove si poteva toccare con mano le difficoltà insite in un’arte difficile come la scultura.

Bastava poco, per spingere Germano a vestire i suoi panni congeniali di artista-maestro. Bastava fare qualche domanda, anche la più ingenua, e lui con pazienza ricostruiva le varie fasi attraverso le quali si arrivava alla fusione bronzea di una statua. Allora, ci mostrava la copia in cera, ci raccontava delle sue impressioni iniziali, delle sue ipotesi di lavoro, cogliendo al volo tutti i suggerimenti. L’ultima tappa, quella della fonderia di Verona, era una specie di liberazione dantesca, dopo le fatiche di tanti mesi; ma ne valeva sempre la pena.

Nelle sue parole si avvertiva la forza di una passione del tutto indifferente all’aspetto economico. “Cosa te ne sembra, Francesco, assomiglia all’originale?”, ci chiedeva, sottoponendoci il lavoro al quale si stava dedicando, e noi finivamo quasi sempre con l’essere d’accordo con lui, anche quando trovavamo qualche riserva sulla sua interpretazione.

La verità, però, è che lui aveva l’occhio clinico, come si suol dire, e che il mestiere lo aveva nel sangue da decenni. Una vocazione che, da buon insegnante, aveva trasmesso a molti suoi allievi, specie ai più intelligenti, che avevano ben compreso quanto potessero apprendere da uno come lui.

D’altra parte, la sua gentilezza e la sua disponibilità erano sempre squisite ed impeccabili. Malgrado avesse realizzato centinaia di opere, era rimasto sempre umile e cordiale, una dote che apprezzavamo tantissimo, e che è il segno della vera grandezza, di chi si sente sicuro del proprio lavoro e in pace con se stesso.

 

L'AMORE PER PADRE PIO

Amava moltissimo, tra i soggetti, Padre Pio, e aveva realizzato numerose statue sul santo di San Giovanni Rotondo. In questa predilezione, poi, si esprimeva anche la sua sincera fede, la sua visione cristiana del mondo, che lo contraddistingueva.

In alcuni casi, la nostra penna ha avuto l’onore di completare il frutto del suo scalpello. Ci riferiamo, tra l’altro, al busto di Nino Casiglio, che da qualche anno abbellisce uno spazio centrale di San Severo. Come tanti, Germano aveva conosciuto molto bene Casiglio e amava rievocare un episodio in particolare, quando lo scrittore era venuto a trovarlo per scrivere una recensione. Era una storia che conoscevamo, ma che ci piaceva sempre sentir ripetere da Germano, mentre ci faceva segno di spostarci per metterci nell’angolo più adatto per gustare tutti i particolari del suo lavoro.

Qualche mese fa fu la volta del busto di Vincenzo Muccioli, uno dei lavori al quale teneva di più. Anche per lui il fondatore di San Patrignano era un vivido simbolo della lotta contro le droghe ed era fiero di essere stato uno dei primi, se non addirittura il primo in assoluto, ad aver ritratto Muccioli. L’inaugurazione era stata rinviata più volte, ma alla fine tutto era andato nel migliore dei modi e la villa comunale custodisce un’opera d’arte che deve rimanere per sempre patrimonio di tutti i sanseveresi.

 Per non parlare, poi, del monumento al contadino, che finalmente ha reso giustizia, anche dal punto di vista artistico, al lavoro duro e oscuro di generazioni di lavoratori della terra. Una lezione ed un monito per le nuove generazioni!

Ma si tratta solo di esempi isolati. La verità è che ogni zona di San Severo ospita le sue sculture, nelle aree esterne come nell’interno delle scuole e degli edifici. E’ possibile fare un tour per l’intera città seguendo le sue preziose sculture, e questo è un dato che conferma, se ce ne fosse bisogno, i meriti che Germano ha acquisito nei confronti di San Severo. Un elemento, questo, da non dimenticare e che porta con sé, come logica conseguenza, la necessità di un ricordo ufficiale, a livello di istituzioni scolastiche e di toponomastica.

Da qualche tempo, purtroppo, un’insidiosa malattia lo aveva colpito, ma continuavamo a sperare per il meglio, fino all’ultimo. Purtroppo così non è stato e Matteo Germano ha terminato la sua operosa giornata.

Sta a tutti noi, adesso, non dimenticare quest’uomo e questo artista galantuomo e generoso, che ha lasciato un così vivo segno di sé e della sua operosità.   

   

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