CASI LETTERARI

IL PROFUMO DELL’ERBA MURANA

 

         E’ un libro di piccole dimensioni, ma nel giro di poco tempo è diventato un vero e proprio caso letterario: ci riferiamo al racconto lungo “L'erba murana”, scritto da Margherita Di Fazio e presentato qualche giorno fa a San Severo, presso la Libreria Orsa Minore (Archivio Guido Izzi, Roma, 1993, pag. 82, euro 6,20).     

          L’autrice, sanseverese, vive da molti anni nella capitale, dove ha insegnato prima nelle scuole superiori, poi presso l’Università Roma Tre, come ricercatrice. Si occupa di saggistica ed ha esaminato, tra l’altro, i rapporti tra il testo e il paratesto. Le piacciono le opere di Calvino, con le loro ingegnose costruzioni narrative, ma 15 anni fa la Di Fazio ha dato alle stampe un testo narrativo, “L’erba murana”, per l’appunto, che è ambientato proprio nella nostra terra.

           L’opera era rimasta a suo tempo sconosciuta, ma le vie della letteratura sono imprevedibili, il che ha permesso la sua riscoperta, anzi, la sua scoperta, in terra dauna. Alcune pagine sono state recitate nel corso degli spettacoli dell’attore Luigi Minischetti, qualcuno, come Gabriella De Fazio, ne ha scritto. Alla fine, numerosi lettori hanno acquistato e gustato il libro.

            Nato da un evento fortuito, alla maniera proustiana, il racconto lungo, articolato in 7 parti, ricostruisce la vita di una famiglia borghese d’inizio Novecento. Ritorna, così, la famiglia degli avi della Di Fazio, il nonno, la nonna, gli zii, persino un prozio, visti in una luce delicata e nitida, ma mai falsa. L’autrice ha scelto le vicende più piacevoli e caratteristiche della vita quotidiana, consapevole delle distorsioni prodotte dai ricordi e dalle memorie familiari, ma tenendo a freno, grazie ad uno stile asciutto e sorvegliato, ogni eccesso narrativo, respingendo la piena dei sentimenti e l’eccessiva idealizzazione.

            Il risultato, pertanto, è un’opera dall’aureo equilibrio, che dipinge con le sfumature più consone, nel primo capitolo, le occupazioni del nonno, dedito alla famiglia e alla campagna, descrivendo il rituale della preparazione dei liquori, il nocino e la merenella. I particolari, vividi e precisi, custodiscono davvero il succo di un’epoca lontanissima nel tempo, ma solida nelle sue concezioni e nei suoi valori. La stessa precisione di dettagli si ritrova anche a proposito del bucato, della preparazione del pane, persino della lettura. L’autrice preferita è Carolina Invernizio, ma non mancano anche letture più austere, come quelle dello zio Giuseppe Leccisotti, noto per i suoi rapporti con Pascoli.

         “L’erba murana” era usata per pulire il forno e mandava un profumo dolcissimo, lo stesso che emana ancora dalle pagine di questo volumetto, che raccomandiamo alla lettura.

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