INTRODUZIONE

 

La Puglia è una regione molto antica, ricca di testimonianze che affondano nel silenzio e nelle tenebre della preistoria, aprendo un prezioso varco alla conoscenza, e che risalgono, progressivamente, fino ai secoli più recenti. Possiamo paragonarla, per certi versi, ad un vecchio canuto, dalla lunga esperienza, che non si sottrae mai alle domande insistenti dei nipoti.

Ma la Puglia è anche una terra molto giovane, che, a causa della sua esclusione dagli itinerari del Grand Tour, è stata praticamente scoperta nell’Ottocento.

La giovinezza ha i suoi vantaggi, com’è noto. A distanza di un secolo, nel Novecento, questa regione è apparsa più che mai ricca di fascino e di misteri, di curiosità, di angoli incantevoli da visitare e rivelare al mondo, grazie alla scrittura. La sua immagine, così, è sembrata sfaccettata e luminosa, come una gemma preziosa che avesse in sé anche le virtù della calamita, tanto da attirare gli spiriti più sensibili ed attenti. 

Continuando nella nostra ricerca sulle testimonianze letterarie relative a questa regione, che hanno tra l’altro trovato spazio in tre volumi apparsi in questa stessa collana, dal 2002 al 2005, abbiamo unito in questo nuovo lavoro, intitolato Viaggi novecenteschi in Terra di Puglia, tre saggi, del tutto inediti, su altrettanti personaggi che hanno scritto su questo immenso ponte gettato tra Oriente ed Occidente, per riprendere una diffusa definizione.

Lo spunto iniziale è legato ad uno dei nostri soliti innamoramenti intellettuali (guai se la mano non fosse guidata dalla passione!). Dopo la «sbandata» per Il Gargano di Antonio Beltramelli e per gli scritti di Alfredo Petrucci, più noto come studioso di incisioni e direttore del Gabinetto Nazionale delle Stampe di Roma, siamo stati stregati dal volume Pellegrino di Puglia di Cesare Brandi. Si tratta di un grande ed originalissimo libro di viaggi, apparso per la prima volta nel 1960, e da allora ristampato e riproposto con costante successo.

Il celebre professore, padre del restauro moderno, ha offerto un incantevole quadro della caleidoscopica realtà pugliese, scrivendo delle pagine che meritano la massima considerazione. La Puglia, nota tra l’altro Brandi, è «come il mattino, un mattino limpido, un mattino di sole liquido», ed è una delle tante sue immagini che ci portiamo dentro da tempo. Ovviamente, parlando di Pellegrino di Puglia, abbiamo allargato la visuale fino a comprendere le pagine dedicate a Martina Franca, nell’omonimo libro del 1968, ricordando anche le altre occasioni in cui la Puglia ha recitato un ruolo significativo nell’ampia produzione odeporica del professore toscano.

L’idea si è poi articolata, grazie ai libri di due altri singolari personaggi, un barone di Altamura con la passione per la scrittura, Nicola Serena di Lapigio, e un’esule polacca, Kazimiera Alberti, che ha chiuso i suoi giorni in Puglia, dove ha trovato calore ed ospitalità, dopo aver conosciuto la spietata crudeltà della seconda guerra mondiale.

Serena di Lapigio, con il suo Panorami garganici, apparso nel 1934, a coronamento di una lunga fedeltà allo Sperone della penisola, che lo ha portato a pubblicare articoli su varie riviste, nazionali e regionali, è per certi versi, ed in particolare dal punto di vista strettamente cronologico, il continuatore ideale di Beltramelli, attraversando la prima parte del Novecento. Un amore per il Gargano, il suo, non scontato, vista la sua appartenenza all’ambito territoriale barese e la sua residenza a Roma, ma ugualmente molto forte, come abbiamo cercato di spiegare e dimostrare.

L’Alberti, invece, pubblica nel 1951 a Napoli un denso volume, intitolato Segreti di Puglia, rimasto praticamente sconosciuto, che si inserisce in un disegno più ampio, realizzatosi in parte. Nel 2007 è stato riproposto dall’editore Rubbettino il libro L’anima della Calabria, a conferma di un interesse verso la sua produzione che ci ha incoraggiato a lavorare sul suo testo pugliese.

Fedeli alla nostra concezione di critica come servizio, come sforzo di illuminare costruttivamente il senso dell’esperienza letteraria di personaggi rimarchevoli, abbiamo affiancato ai saggi su Serena di Lapigio e sull’Alberti delle pagine antologiche, in modo da favorire una verifica diretta delle nostre affermazioni. I libri in questione, del resto, non sono di facile reperimento, e questo ci ha convinto dell’utilità di questa operazione, che per comprensibili motivi non è stata estesa al volume di Brandi.

L’ordine è quello cronologico, per cui, attraverso il nostro saggio e la parte antologica, ci si potrà immergere in un Gargano ancora praticamente sconosciuto, quale quello del primo Novecento, nel quale Serena di Lapigio trova moltissimi spunti di interesse, recandosi anche nelle scomode e poco frequentate Isole Tremiti, allora sede di una colonia penale. Il cuore dello Sperone è però sempre a Monte Sant’Angelo, su cui scrive delle pagine esemplari, prendendo spunto dai festeggiamenti di fine settembre in onore di San Michele.

E’ poi la volta di Kazimiera Alberti, con il suo amore per la Puglia, capillarmente percorsa, che in un capitolo in particolare, Ultima scorribanda lungo la balconata, descrive il suo viaggio da Nord a Sud, da Mattinata a Santa Maria di Leuca, in un itinerario che richiama il cammino della nostra esistenza, riprendendo un’antica metafora. E la scrittrice polacca, va detto, compie questo viaggio portando con sé il peso della recente tragedia bellica, che tuttavia non le impedisce di nutrire ancora delle speranze per il futuro. 

L’ultima parte è dedicata all’analisi degli imprevedibili lavori di Brandi, uno scrittore che in ogni pagina inventa una situazione nuova, offre uno spunto inedito, coglie una curiosità, regala una descrizione assolutamente originale, resa più sapida dai suoi estri toscani. La sua proverbiale competenza lascia emergere il suo vivissimo amore per la scrittura, per la creazione letteraria, rendendo i suoi libri simili a delle avventure tanto avvincenti che si vorrebbe non finissero mai.

Al benevolo Lettore, come sempre, spetta l’ultima parola su questo nostro lavoro, che ha in comune con i testi che lo hanno preceduto negli anni le stesse idee di riferimento e gli stessi orientamenti critici. E’, in fondo, una nuova tappa di un viaggio (ancora lui!) che si spera possa riservare ancora delle piacevoli sorprese.

FRANCESCO GIULIANI

Torna alla scheda del libro