UN SAGGIO DI ANGELO RUSSI

DON GIOBBE RUOCCO A SAN SEVERO

 

Le vie della storia, come quelle del Signore, sono infinite e così capita di trovare dei significativi agganci con la realtà pugliese in volumi che sin dal titolo sembrano riferirsi a tutt’altro ambito geografico. E’ il caso di “Giobbe Ruocco, Capri, la Storia”, un denso lavoro che racchiude gli atti di un convegno di studi tenutosi nel 2007 nella celebre isola campana (a cura di Eduardo Federico, pp. 271, euro 20). Accanto alle relazioni di un nutrito gruppo di addetti ai lavori, il volume presenta un esemplare saggio di Angelo Russi, intitolato “Giobbe Ruocco a San Severo (1922-1926)”. Di qui l’aggancio diretto con il mondo pugliese.

 

 

Russi, nato nella città dei campanili sessantatre anni fa, è un docente ordinario di Storia Romana nella Facoltà di Lettere dell’Università dell’Aquila e presso la LUMSA, a Roma. I suoi studi sull’antichità hanno una considerazione internazionale, come attesta del resto il suo curriculum, ma il suo amor di campanile è rimasto sempre vivissimo, tant’è vero che appena può ritorna volentieri nella città natia, dove ha parenti ed amici. Da questo legame con le radici deriva, evidentemente, accanto al suo prestigio accademico, l’inserimento nel volume su Ruocco, una singolare figura di sacerdote e studioso. Nato a Capri nel 1879 e scomparso nel 1957, Ruocco si laureò in Lettere a Napoli nel 1919, iniziando la sua carriera di docente, che lo porta, come si usava allora, in giro per l’Italia. Nell’ottobre del 1922 il sacerdote viene inviato proprio a San Severo, nella locale Regia Scuola Tecnica e Complementare, intitolata al matematico Michele Zannotti.

In terra dauna avviene forse l’episodio più doloroso della sua esistenza: la sospensione e poi addirittura l’allontanamento definitivo dal servizio. In altri termini, Ruocco viene cacciato dalla scuola fino al 1944, dopo la caduta del regime.

Lavorando su questo episodio, pur avendo a disposizione poche fonti dirette, Russi da par suo ricostruisce una pagina molto significativa, che ha anche una valenza generale, mostrando la complessità dei rapporti tra Chiesa Cattolica e Fascismo, notoriamente in attrito sul tema dell’educazione dei giovani. Ma di quale grave colpa si è reso colpevole questo sacerdote campano diventato docente di lettere italiane? Nell’anno scolastico 1925-26 egli aveva contestato il testo di una “Preghiera della Mattina”, composta dal direttore della scuola, Giuseppe Pezzano, ritenendola, con molte argomentazioni, “acattolica”, contraria allo spirito della Chiesa. Il testo della preghiera, però, era stato accettato dal vescovo della diocesi sanseverese, mons. Oronzo Durante, e don Giobbe si ritrovò praticamente solo, di fronte agli altri docenti dell’istituto.

L’atto di insubordinazione di Ruocco fu probabilmente aggravato dal suo carattere fiero e spigoloso, oltre che dalla sua vicinanza al Partito Popolare di don Sturzo, al quale aveva aderito a Capri, chiamando in causa aggravanti politiche. Tutto questo finì per costargli caro e la punizione appare a dir poco incredibile per un lettore di oggi, tanto grande è la sproporzione tra la colpa e la punizione.

Dal saggio di Angelo Russi, nel complesso, viene fuori uno spaccato straordinariamente vivo della San Severo dei primi anni del Ventennio, nella quale erano molto vivi i fermenti politici e sociali, ma emergono anche alcune costanti del comportamento umano, che rendono davvero interessante la lettura di questo saggio, esemplare, è appena il caso di dirlo, anche da un punto di vista metodologico.

 

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