1995-2015. SEMPRE VIVO IL SUO RICORDO

NINO CASIGLIO VENT'ANNI DOPO

 

       Davvero una serata da incorniciare, quella di martedì 17 novembre, dedicata ad uno dei più autorevoli figli della nostra città, ossia Nino Casiglio, di cui è stato commemorato ufficialmente il ventesimo anniversario della scomparsa. La manifestazione culturale, svoltasi nella sede più naturale, la Biblioteca Comunale Alessandro Minuziano, ha avuto come titolo Resterà la semenza, prendendo spunto da un suggestivo passo del romanzo La strada francesca.

       L’organizzazione è stata curata dall’Amministrazione Comunale di San Severo, dalla Provincia di Foggia, dalla Biblioteca Comunale Minuziano e dal Club Unesco di San Severo, rappresentato al tavolo dei relatori dal presidente, Michele Princigallo, che ha anche moderato i lavori.

       Il saluto ai presenti, che hanno affollato la sala, non a caso intitolata a Nino Casiglio, è stato rivolto dalla direttrice della biblioteca, Concetta Grimaldi, che ha ricordato il debito di riconoscenza della città nei confronti di Casiglio, figura di cui è ancora molto vivo il ricordo. La serata, ha aggiunto la Grimaldi, rientra a pieno titolo nelle molteplici iniziative promosse istituzionalmente dalla biblioteca.

       E’ stato poi il turno del sindaco Francesco Miglio, che ha sottolineato l’esempio lasciato da Casiglio, soffermandosi sulla sua breve ma intensa esperienza di primo cittadino della città, in un periodo particolarmente delicato. In Casiglio era evidente – ha aggiunto Miglio – la funzione positiva di servizio della politica, che lo ha portato a mettersi a disposizione dei cittadini finché ha ritenuto fosse utile.

       L’assessore alla Cultura, Celeste Iacovino, ha fatto appello anche ai ricordi familiari, dal momento che Casiglio era un carissimo amico del padre, il dr. Raffaele Iacovino, che poi avrebbe preso il posto del preside come sindaco di San Severo. Non a caso, ha ricordato l’assessore, nel 1995 l’allora sindaco Giuliano Giuliani affidò proprio a Raffaele Iacovino il compito di commemorare in consiglio comunale lo Scomparso, usando delle parole toccanti e sentite, che sono state riascoltate ancora una volta lo scorso 17 novembre.

       Dopo questo momento istituzionale, ricco però di un particolare coinvolgimento, è stata la volta delle tre relazioni della serata, non senza un intervento del moderatore-presidente Michele Princigallo, che ha ricordato le iniziative portate avanti dall’Unesco Club di San Severo, impegnato nella realizzazione di un intenso programma di iniziative culturali e sociali.

Da sinistra: Princigallo, Giuliani, Dinicoluccio, Antonacci

 

      Princigallo ha poi presentato la prima relatrice, la dr.ssa Carmen Antonacci, collaboratrice volontaria della Biblioteca Comunale, che ha avuto un ruolo importante nella realizzazione della manifestazione. Già in precedenza, tra l’altro, la Antonacci ha curato molte iniziative rivolte agli studenti della nostra città, da quelli delle scuole primarie fino a quelli delle scuole superiori. Di qui, tra l’altro, incontri su Leopardi, Pascoli e Dante.

       Il titolo della relazione della Antonacci è stato “Tutto si connette con tutto”: La strada francesca. Al centro del suo intervento, dunque, è stato il terzo romanzo di Casiglio, edito dalla Rusconi nel 1980, un raffinato lavoro ambientato in un Seicento che ha molti tratti in comune con il Novecento. Per la relatrice, si tratta del suo libro più riuscito, in cui sfilano personaggi molto significativi, come il rilegatore Alano e monsignor Agostino. Dopo aver ripercorso la trama, la Antonacci si è soffermata sulla morale dell’opera, su quella speranza che l’operato dei buoni resterà sempre vivo, malgrado le storture e le malvagità della storia.

       E’ stato poi la volta del secondo relatore, il dr. Vito Dinicoluccio, esperto in topografia storica e anche lui collaboratore volontario della Biblioteca Minuziano. Il suo tema, Studi di Antonio Casiglio sugli insediamenti scomparsi in Capitanata, ha focalizzato l’attenzione su di un ambito particolare dell’operosità intellettuale di Casiglio, che in effetti ha prodotto numerosi scritti proprio sulla ricerca di nomi e luoghi scomparsi dell’epoca medievale. Un interesse, ha evidenziato Dinicoluccio, solo in apparenza sterile, ma in realtà rivolto al presente, alla volontà di ritrovare momenti e luoghi centrali per la ricostruzione dell’identità della terra pugliese. Di qui il rilievo di questi lavori, che giungono fino a Bellumvidere, un testo apparso postumo nel 1995, in cui al centro della ricerca c’è proprio la sua città natale, San Severo.

      La terza relazione è stata affidata al prof. Francesco Giuliani, che ha parlato di Nino Casiglio: la superiore sintesi della letteratura. Giuliani ha sottolineato che al centro della sua attività intellettuale c’è senz’altro la letteratura, che è il cuore anche cronologico della sua esistenza. Egli infatti inizia a scrivere negli anni Sessanta e pubblica le sue ultime opere fino agli anni Ottanta, anche se non abbandonerà mai la scrittura creativa.

      La letteratura però non è mai in Casiglio una scelta di evasione, ma porta con sé sempre la necessità di un impegno e di un confronto con la realtà. Nascono di qui, insomma, ha sottolineato Giuliani, i suoi romanzi “impuri”, ossia quelle opere in cui si agitano delle problematiche di grande rilievo, che hanno mantenuto la loro importanza anche ai giorni nostri. Di qui la necessità, rivolta soprattutto ai giovani, di una lettura di questi lavori.

      Dopo le relazioni, non sono mancati altri momenti forti della serata, rappresentati dall’intervento dell’architetto Pasquale Mininno, un ex alunno dello Scientifico negli anni in cui il preside era Casiglio. Mininno ha rievocato alcuni episodi significativi di un tempo e di una personalità non comune quale appunto Casiglio. Anche il preside Gino Irmici è ritornato al passato, evidenziando la modernità di Casiglio, il quale nella sua scuola aveva preceduto i decreti delegati e altre forme di partecipazione democratica, con lungimiranza e capacità.

      L’ultimo intervento, com’era doveroso, è stato dedicato alla testimonianza della figlia del preside Casiglio, la signora Anna Maria, seduta in prima fila insieme con il fratello Paolo e i rispettivi consorti. Anna Maria Casiglio, non nascondendo la sua commozione, ha ringraziato tutti per la bella e intensa serata, che ha dimostrato come in effetti il seme lasciato da Nino Casiglio sia ancora vivo e operante. “Non c’è dubbio che mio padre avesse un carattere non facile, per non dire proprio difficile – ha ricordato la signora Casiglio – ma è altrettanto vero che ha sempre operato con impegno e coerenza, senza mai risparmiarsi. Di conseguenza, sarebbe stato felicissimo di vedere quanto gente gli vuole ancora bene”.

      Con i ringraziamenti della famiglia dello scomparso, dunque, si è chiusa questa serata di commemorazione, che ha visto una sala stipata di attenti ascoltatori, che per oltre due ore hanno partecipato ai lavori, in nome della cultura. Un evento davvero rimarchevole.

 

      Torna a Scaffale Pugliese