"L'ARTE DEL FRANCOBOLLO", MILANO, N. 38, LUGLIO-AGOSTO 2014, PP. 62-64

ITALIANISTICHE SORPRESE

 Due libri da poco usciti ci mostrano come i francobolli non siano solo oggetto dì filatelia, di posta e di collezionismo, ma anche di una cultura molto più vasta

       In particolare in Italia, l'attenzione del grande pubblico verso i francobolli è cambiata negli ultimi anni e sembra come essersi rifugiata in mille nicchie.

      A livello locale l’emissione di un francobollo legato in qualche modo al territorio fa ancora presa sull’opinione pubblica. In una grande città lo stesso stimolo perde vigore. Qui magari si butta più volentieri un occhio su im­magini dentellate lontane, caotiche, evocative di richiami subliminali.

       Pure l'attenzione nei confronti della filatelia non è più la stessa e i motivi, le conseguenze, fanno molto discutere gli addetti ai lavori. C’è uno zoccolo duro che vorrebbe che le cose non cambiassero, c come le quotazioni dei cataloghi di una volta ogni anno recassero il segno più. Le cose invece evolvono. Nuove generazioni si succedono e ciò che attirava i padri o i nonni, ai figli non piace più. Poi magari non è sempre così ma l’impressione di chi ha i capelli bianchi in lesta e i classificatori in bell’ordine nello studio, in genere, è questa.

      C'è però qualcosa di nuovo nell’aria che rivoluziona il modo di prestare attenzione al nostro piccolo mondo ed è l'interesse crescente da parte del mondo della cultura. Nel momento in cui materiali come francobolli, le stesse lettere per posta, cessano di incarnare la funzione materiale propria fino a pochi anni fa, essi diventano oggetto di ricordo, di studio, di curiosità.

      Per incontrare questa nuova realtà “filatelica” da XXI secolo basta interrogare una delle tante banche-dati di articoli accademici. Se immettiamo nel motore di ricerca la voce “postage stamps” vedremo comparire davanti un gran numero di pubblicazioni. Tramite la funzione cronologia si può anche monitorare l’evoluzione dei lavori nel tempo, rilevando di ciascun periodo i modi di approccio, temi affrontati, lo spessore metodologico.

      Per non farla troppo lunga, vista anche la sede, un filone interessante è quello dell’attenzione per il francobollo che manifestano i periodici accademici di area scientifica, dalla medicina alla matematica, dalla fisica alla chimica, dalla radiologia alla microbiologia, dalle scienze forestali alla geometria, e altro ancora. E, cosa più sorprendente di tutte, si nota una pre­senza di titoli anche in periodi nei quali i francobolli non godevano certo di buona stampa. Il fatto è che gli autori di tutte queste pubblicazioni, da bravi scienziati, hanno sempre giudicato importanti due cose: a- comunicare il sapere al pubblico dei non specialisti in tutte le forme possibili; b - l'onore di avere uno della propria classe effigiato su carte valori di stato. Da quest'ultima istanza nascono l'ambizione la gloria filatelica, le lotte delle lobby accademiche per accaparrarsela e il piacere poi di mostrare le facce degli amici sull’album. Sarebbe interessante studiare il fenomeno non tanto in chiave di collezione tematica, comunque utile, quanto in chiave semiotica, e per farlo oggi non mancano lavori ben fatti in giro per il mondo.

      Un ottimo esempio italiano, recentissimo, di visita dotta alla galleria filatelica dei letterati, o “pantheon di carta", è costituito dal libro di Francesco Giuliani, Il canone dei francobolli. Gli scrittori italiani nella filatelia (Edizioni del Rosone, Foggia 2014) inserito nella collana Studi e Testi dell'univer­sità di Foggia. Per l’autore non è un argomento nuovo ma una tappa di un percorso iniziato quasi per caso e, strada facendo, reso convincente. Così come i colleghi scienziati americani anche il nostro docente di italianistica comprende il valore dell'iconografia postale per comunicare a un pubblico multiforme sia l'importanza dei personaggi effigiati sia il rilievo dei loro scritti. “In Italia nel corso di quasi un secolo i francobolli sono stati uno specchio profondo e fedele della considerazione assegnata agli scrittori, in generale; e ai singoli autori in particolare,”

       Il libro non è uno dei tanti testi che alimentano la filatelia tematica ma un saggio accademico, con il pregio non piccolo della leggibilità, che sfrutta la filatelia per altri scopi e manipolandola la fa come lievitare. Aprendolo, si è subito conquistali dall'apparato iconografico: a fine volume ci sono ben 159 figure a colori di francobolli ingranditi; ogni facciata ne porge tre, massimo quattro. Un’ombreggiatura valorizza le dentellature e dona loro un effetto tridimensionale che stuzzica anche il filatelista più refrattario a sfogliare il testo. Certamente interessante, arricchente, con molti dati che non si conoscono, o non si ricordano più, osservazioni di critica letteraria ma anche artistica e sociale. Gli spunti sono numerosi ed è impossibile darne conto.       

      Merita però sottolineare l'attenzione al tema della scrittura, allo studio del francobollo condotto con acribia filologica, e citare l'osservazione finale e centrale: "conoscere a fondo uno scrittore, specie nella nostra civiltà dell’immagine, significa conoscere anche questi francobolli".

      Curiosi i particolari su tipiche scher­maglie politico-accademiche, come le vicende collegate al parto del francobollo per il “comunista” Concetto Marchesi (2007), o le “beghe tra tonache" nascoste sotto il francobollo di don Primo Mazzolari (2009).

       I molti articoli di argomento filatelico firmati fin dagli anni ‘70 del XX secolo da scienziati americani costituiscono la base su cui poggia la crescita e il fiorire di lavori come questo. […]

      CLEMENTE FEDELE

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“STORIE DI POSTA”,  CIF-UNIFICATO, MILANO, N. 9, MAGGIO 2014, P. 107

IL CLUB DELL'OCCHIO ATTENTO. RECENSIONI E SEGNALAZIONI DI LIBRI E ALTRE COSE CON RIFERIMENTI POSTALI

UN’INSOLITA ANALISI DEI FRANCOBOLLI A TEMA LETTERATURA

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Chi, leggendo il sottotitolo Gli scrittori italiani nella filatelia, pensasse a una pubblicazione tematica si sbaglia di grosso. Anche se questo volume può risultare utile ai molti collezionisti tematici e a chi scrive di francobolli, visto che l’Autore si è premurato di correggere “dati incompleti o non esatti, per giunta ripetuti spesso in modo acritico”, in realtà si tratta di un lavoro di italianistica, nel rispetto delle norme e delle consuetudini del settore, quinto volume di una collana di “studi e testi” diretta da Sebastiano Valerio dell’Università di Foggia e “referata” da un comitato scientifico composto di otto docenti di Università non solo italiane. Un’opera insomma che non ha nulla di amatoriale, ma allo stesso tempo è di scorrevole e intelligente lettura, e ben illustrata a colori con le riproduzioni – opportunamente ingrandite – di tutti i 159 francobolli descritti e commentati nel testo.

         Ma soprattutto un’opera che invita ad osservare le carte-valori con occhio nuovo, attento non solo alle vignette ma soprattutto al loro significato e a ciò che di politico, culturale e anche di moda momentanea vi sta dietro. In pratica quell’interesse che dovrebbe guidare ogni collezionista veramente appassionato.

         I francobolli, in effetti – scrive il Giuliani - solo se considerati in modo superficiale rappresentano un semplice pezzo di carta da incollare sbadatamente e meccanicamente, un mero strumento di comunicazione, per giunta da qualche tempo messo in seria crisi dalla rivoluzione digitale; ma se si osservano con attenzione, essi rivelano tutta la ricchezza del loro significato, trasformandosi in preziosi documenti, passibili di indagini critiche che vanno in diverse direzioni.

         Non solo. “Le emissioni filateliche hanno rappresentato per quasi un secolo un riflesso significativo della fama e della considerazione degli scrittori, in generale, e dei singoli autori, in particolare, sia quando se ne parla, sia quando non se ne parla”.

         Le vignette, con il loro peculiare incontro tra parola e immagine, con la loro densa sintesi, racchiusa in un breve spazio cartaceo, sono spesso delle vere e proprie opere d’arte, che, grazie alla capillare diffusione dei valori postali, non di rado stampati in milioni di esemplari, attestano e favoriscono la conoscenza di uno scrittore. Proprio per questa capacità di penetrare in vari ambienti, i francobolli hanno offerto il loro non trascurabile contributo alla notorietà dei principali autori italiani, di ieri e di oggi, e questo merito non può essere disconosciuto”.

         Certo, nella produzione italiana (che include anche San Marino e il Vaticano) si notano alcune vistose assenze, come Guido Gozzano e Giuseppe Ungaretti, ma il panorama letterario dentellato risulta comunque ampio e variegato, e soprattutto molto ben commentato da questo prolifico docente universitario foggiano, non nuovo anche alle pubblicazioni filateliche: suoi La fucina, la vendemmia e il legname sulla serie “Italia al lavoro” e Bimillenari, scrittori e altri pretesti.

         Per concludere un appunto – non certo una critica – d’autore: nel descrivere il francobollo dedicato alla celebre “cavallina storna” di Giovanni Pascoli la conclusione è uno sbrigativo “a destra, poi, c’è il disegno del quadrupede”. In realtà all’estrema destra appare anche una donna di spalle che mormora qualcosa all’orecchio della cavallina e, come scrissi nel catalogo 4 secoli di Posta, Francobolli e Interi edito dall’Unificato per l’Azienda Autonoma filatelica e numismatica di San Marino nel 2009, si tratta di uno schizzo a penna dello stesso Pascoli presente sull’originale della celebre poesia.

          FRANCO FILANCI

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L'ATTACCO, FOGGIA, 21 MARZO 2014, P. 21

 

 

Un canone per i francobolli letterari

“Gli autori vivi” di Francesco Giuliani

 

      Non era mai stato affrontato, in uno studio sistematico, il tema della rappresentazione filatelica degli scrittori italiani. Tema che può apparire, di primo acchito, secondario alla ricerca scientifica, ma che Francesco Giuliani affronta con coraggio, perseguendo la certezza che da esso possa senz’altro scaturire qualcosa di notevole per lo studio della letteratura.

      In “Il canone dei francobolli. Gli scrittori italiani nella filatelia” (Edizioni del Rosone, Foggia 20l4, pp. 274, 18,00 euro) Giuliani si pone l’arduo compito di verificare i nessi storici, simbolici, stilistici che legano l’emissione dei francobolli ai maggiori poeti e prosatori della nostra patria,

       Chi è stato l’autore più rappresentato di sempre? Perché Montale e Quasimodo hanno un loro francobollo, e Ungaretti e Gozzano no? Che relazione c’è tra le emissioni filateliche e la ventura letteraria di determinati autori?

La finalità ultima di questo lavoro, beninteso, d’italianistica – com’è specificato nell’introduzione - è quella di comprendere più in profondità la fortuna e l’aspetto figurativo-emblematico della letteratura italiana, per fornire alla critica un quadro più completo di alcune problematiche fondamentali connesse con lo studio di essa.

       “Nel piccolo spazio di una vignetta - recita il finale - la parola degli autori ha saputo rivivere per l’ennesima volta, anche a distanza di tempo, dimostrando la sua vitalità e il suo fascino. Ne sono derivate delle opere d’arte nuove e originali, dei mosaici di immagine e di testo talvolta così intensi da scolpirsi nella mente con la forza di un epigramma. Per questo e per tanti altri motivi, che abbiamo esposto nei capitoli precedenti, ci sembra che la conclusione ideale della nostra ricerca si possa racchiudere in poche parole: conoscere a fondo uno scrittore, specie nella nostra civiltà dell’immagine, significa conoscere anche questi francobolli”.

       Ma ancora una volta sorprende la capacità di Giuliani nel saper coniugare la passione del collezionista con un tipo di sagacia letteraria che sa squadernare un lavoro completo: dalla puntualità delle note alla ricchezza delle informazioni, a volte anche inusuali, forse in alcuni casi anche esclusive; certamente originali, come tutto il lavoro del resto.

      Un lavoro che percorre nuovi sentieri nella saggistica moderna, che sa affrontare il tema letterario da nuovi punti di vista, con volti, orizzonti e paesaggi da scorgere tra i vividi colori dei francobolli e le opere eternate dagli stessi protagonisti commemorati. A chiusura del libro la splendida serie di tavole filateliche, e qui un plauso alla giusta pignoleria dell’autore ed alla professionalità della casa editrice, con i suoi grafici; i francobolli, infatti, risultano essere riprodotti in maniera pressoché identica. All’inizio del volume, invece, forse il francobollo più bello per Giuliani: il riconoscimento accademico a questo lavoro, l’appartenenza alla collana “studi e testi” diretta dal prof. Sebastiano Valerio dell’Università di Foggia, con fior di professori universitari italiani e stranieri.

      Da Dante a Petrarca, passando per Foscolo e Leopardi, nei colori di Goldoni e di Collodi, riflettendo sui “falò” di Pavese, tra lo sguardo ironico di Flaiano e quello triste di Sciascia; Giuliani ci ricorda il nostro grande patrimonio letterario, e lo fa con questo omaggio dove gli autori ci sembrano più vivi che in altri libri, forse perché ci guardano e quasi ci salutano dai loro piccoli francobolli.

      ENRICO FRACCACRETA

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